Un lungo cammino insieme

Le attività svolte dalla Protezione Civile di Lugano-Città nell'ambito del restauro della Cattedrale di S. Lorenzo a Lugano, 2008-2018

 

Fondata nell’Alto Medioevo, la chiesa di S. Lorenzo a Lugano (attestata la prima volta nell’818, collegiata dal 1078, cattedrale dal 1888) conobbe numerosi ampliamenti e ricostruzioni nei secoli successivi. L’imponente facciata rinascimentale risale alla fine del Cinquecento, mentre tra il XVII e il XVIII secolo furono completate le cappelle laterali, in parte già esistenti, innalzata la torre campanaria e promossi lavori di decorazione interna. Tra il 1905 e il 1910 la Cattedrale fu oggetto di una ristrutturazione radicale che, con la demolizione delle due cappelle barocche ai lati del coro, la realizzazione degli affreschi a opera di Ernesto Rusca e l’introduzione di un nuovo organo e della relativa tribuna, determinò l’assetto attuale dell’edificio.

 

Dopo un primo restauro parziale (facciata, campanile e cappella della Madonna delle Grazie) realizzato tra il 2000 e il 2004 sotto la direzione dell’architetto Tita Carloni, nel 2009 sono stati avviati i necessari lavori all’interno dell’edificio, i quali, a parte il nuovo arredo liturgico del presbiterio, l’ammodernamento degli impianti tecnici e la costruzione di un nuovo edificio articolato su tre livelli dietro le sagrestie già esistenti, miravano alla conservazione della struttura e delle opere d’arte presenti. Avvalendosi di una collaborazione consolidata ormai da anni, la Curia e l’Ufficio dei beni culturali del cantone (UBC) hanno chiesto la collaborazione della Protezione civile (PCi) di Lugano-Città, e in particolare del servizio Protezione beni culturali (PBC), per eseguire l’inventario e il trasloco di tutti i beni mobili che dovevano essere evacuati per permettere l’avvio dei lavori.

Il primo intervento risale all’autunno del 2008, ossia un anno prima dell’inizio ufficiale dei restauri. Sotto la guida sapiente ed esperta del cap. Roberto Piantoni e coadiuvata dai responsabili della Curia e dell’UBC, la PBC si è occupata dell’inventario dei paramenti e degli oggetti sacri che, benché dotati di un inestimabile valore storico e artistico, non erano più utilizzati nel culto postconciliare. Nel corso di quasi tre settimane, durante le quali la Cattedrale è eccezionalmente rimasta chiusa alcuni giorni, i militi hanno assemblato quasi 3000 paramenti sacri, poiché i diversi elementi che li compongono (pianeta, stola, manipoli, piviale, borsa del corporale, ecc.) erano spesso conservati separatamente. Ogni elemento è stato catalogato, fotografato e contrassegnato con un cartellino su cui era riportato il numero assegnato in fase d’inventariazione. I dati raccolti sono stati poi inseriti nella banca dati informatica dell’UBC e i paramenti, assieme a qualche centinaio di oggetti sacri, trasferiti in un locale nel sottotetto dell’ex convento delle cappuccine di S. Giuseppe a Lugano (oggi Centro pastorale diocesano), dove sarebbero rimasti in deposito per tutta la durata dei lavori: i paramenti “ricomposti” sono stati adagiati su dei tavoli e coperti con delle tovaglie, mentre gli oggetti collocati su delle scaffalature costruite ad hoc. Al termine del trasloco è stato allestito anche un piano d’intervento pompieri per permettere agli enti di primo intervento, in caso di necessità, d’individuare e mettere in salvo i beni stoccati.

 

Accanto all’indubbia utilità di questo intervento, senza il quale i lavori in Cattedrale non avrebbero potuto iniziare e che ha inoltre permesso la raccolta di preziose informazioni per la banca dati dell’UBC, l’esperienza è stata decisamente stimolante e arricchente per i militi che vi hanno preso parte. Il lavoro di ricomposizione e inventariazione dei paramenti, unico nel suo genere, ha infatti permesso loro di entrare in contatto, per non menzionare che gli esempi più significativi, con alcune pianete, di notevole pregio, risalenti al XVI secolo o con il piviale appartenuto a mons. Peri-Morosini, terzo amministratore apostolico del cantone Ticino.

 

Verso la fine del 2009, come si è detto, è iniziato il restauro, che si sarebbe protratto per quasi otto anni. Nondimeno la PBC ha proseguito, durante i suoi regolari corsi di ripetizione, le attività nel cantiere della Cattedrale, ad esempio con il trasporto delle tele o dei paramenti più recenti da S. Lorenzo all’ex convento di S. Giuseppe.

 

Nella primavera del 2017, quando i lavori erano ormai avviati alla conclusione, i militi della PBC, con il supporto di alcuni uomini della sezione Salvataggio, hanno finalmente potuto riportare in Cattedrale i beni depositati nell’ex convento. Nel corso di quattro settimane consecutive, 3000 paramenti e alcune centinaia di oggetti hanno quindi trovato la loro collocazione definitiva, secondo le indicazioni fornite dalla Curia, nel nuovo edificio costruito a scopi culturali ed espositivi alle spalle della vecchia sagrestia. Con un lavoro quasi certosino, i militi si sono occupati della preparazione, della pulizia, del trasporto e dello stoccaggio dei beni. Ogni passaggio è stato verificato in maniera meticolosa, confrontando il numero che figurava sui cartellini collocati sui beni con le foto e le schede d’inventario. Tutti gli armadi e i cassetti del nuovo edificio sono stati numerati ed etichettati; in questa maniera è possibile conoscere la collocazione esatta di ogni singolo paramento o oggetto sacro nonché il contenuto di ogni vano o ripiano, informazioni fondamentali non solo ai fini catalografici e di tutela, ma anche nell’eventualità di un intervento in caso di sinistro.

 

Non posso che ribadire l’importanza dell’attività della PCi di Lugano-Città nell’ambito dei lavori di restauro della Cattedrale di S. Lorenzo e sottolineare nuovamente l’esperienza irripetibile vissuta da tutti gli uomini che vi hanno prestato il loro concorso. Più di 500 anni di storia civile, ecclesiastica e artistica luganese – ma non solo – sono infatti passati tra le mani degli oltre cinquanta militi che hanno partecipato al trasloco in tutte le sue fasi.

 

Tuttavia, le attività della PBC presso la Cattedrale non possono ancora dirsi concluse. Tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre è stato necessario riprendere in mano tutta la documentazione prodotta nel corso di questi anni per la revisione provvisoria dell’inventario, sia a livello cartaceo che informatico, e del piano d’intervento pompieri (pure provvisorio).

 

Nel corso del mese di Aprile 2018 verranno conclusi i lavori di collocamento dei beni culturali mobili e conseguentemente la revisione finale operativa e informatica. Verrà realizzato il definitivo Piano Intervento Pompieri e verrà consegnato al Civici Pompieri di Lugano.

 

ten Roberto Garavaglia

storico, bibliotecario e caposezione PBC

 

Giovedì 29 Marzo 2018