La Protezione Civile nel 2022

In occasione dell’annuale Rapporto Ufficiali, che il 02.12.2022 ha visto coinvolti oltre 70 partecipanti con la promozione di 10 Ufficiali e 14 Sottufficiali e il proscioglimento di altri 4, il Consorzio Protezione civile Regione Lugano Città ha presentato un bilancio delle attività svolte nel 2022 e ha rivolto uno sguardo sul prossimo futuro. 

Rifugi e profughi, un tuffo “sotto la superficie” del lavoro di Protezione civile

 

 

In occasione dell’annuale Rapporto Ufficiali, che oggi ha visto coinvolti oltre 70 partecipanti con la promozione di 10 Ufficiali e 14 Sottufficiali e il proscioglimento di altri 4, il Consorzio Protezione civile Regione Lugano Città ha presentato un bilancio delle attività svolte nel 2022 e ha rivolto uno sguardo sul prossimo futuro. L’anno che va concludendosi è stato segnato, per la PCi Lugano Città come per tutta la società, dal passaggio da una crisi all’altra: da COVID-19 alle conseguenze della guerra in Ucraina, con in particolare l’arrivo di profughi in fuga dal conflitto. Una situazione che ha dimostrato ancora una volta quanto sia fondamentale quel lavoro “sotto la superficie” che permette sia di mantenersi pronti in generale per situazioni di emergenza sia di reagire in modo puntuale, con tempestività ed efficacia, quando un’emergenza si presenta.

 

 

“Con il progressivo attenuarsi della pandemia di COVID-19, che ci ha visti comunque ancora impegnati con le vaccinazioni, pensavamo di poter riprendere gradualmente una velocità di ‘crociera’, e invece è arrivata la guerra in Ucraina che ci ha chiamati all’azione di accolta dei profughi in fuga dal conflitto”, ha osservato Alfredo Belloni, Presidente della Delegazione consortile, portando nella Sala Teatro della Chiesa della Trasfigurazione a Breganzona il saluto dell’Autorità politica esecutiva del Consorzio e il ringraziamento per il lavoro svolto.

 

 

 

Le incognite legate a reclutamento, energia, finanze

 

 

“Un anno dunque ancora una volta intenso e particolare, al quale si aggiungono diverse incognite per il futuro, a partire dal reclutamento”, ha continuato Belloni. “La piramide d’età che si restringe nelle fasce giovani, l’esercito che, di conseguenza, sarà più ‘largo’ nella valutazione dell’idoneità al servizio e l’abbassamento dell’età limite per il servizio previsto dalla nuova legge si traducono in molte meno persone a disposizione della Protezione civile. Se ci saranno compensazioni ancora non è chiaro. Se aggiungiamo la crisi energetica e le incertezze in tema di finanze pubbliche, dobbiamo prepararci ad altre annate dure. Una condanna? Una sfida? Certo è che saranno ancora più centrali capacità, motivazione, apporto e senso di responsabilità di tutti - professionisti, ufficiali, sottufficiali e militi - per continuare il nostro lavoro a servizio della comunità”.

 

 

 

“Sotto la superficie”, tra rifugi e accoglienza dei profughi

 

 

Un lavoro, quello della Protezione civile, che in gran parte si svolge “sotto la superficie”, ha ricordato Aldo Facchini, Comandante CPCiRLC. “Un esempio sono i rifugi, i posti protetti che devono essere a disposizione della popolazione in caso di conflitto armato o catastrofe. Per anni è sembrato un tema lontano, ma con la guerra in Ucraina è tornato di attualità. E non tutti sanno che è la Protezione civile a occuparsi di seguire la continua evoluzione dei rifugi: la popolazione che aumenta o diminuisce, edifici con rifugio che vengono abbattuti, edifici che cambiano destinazione e non hanno più rifugi abbastanza capienti, il collaudo degli impianti, la verifica che non siano stati compiuti abusi e tutta la macchina organizzativa legata ai controlli e ai loro esiti. La legge prevede che la valutazione dell’operatività di tutti i posti protetti sia effettuata ogni 10 anni e la PCi Lugano Città, che ne ha ‘in consegna’ 100’000, organizza ogni anno tra le tre e quattro ‘campagne’ di una settimana per effettuare i controlli nei rifugi pubblici e soprattutto nei 3’500 rifugi privati. Eseguiamo 700 controlli all’anno, grazie a 50-60 militi appositamente formati, cosa che ci permette di completare il ciclo di verifica molto prima della scadenza di legge. È uno sforzo gestionale molto importante e ‘invisibile’, che garantisce di mantenersi pronti in caso di necessità. Il prossimo passo, d’intesa con il Cantone, sarà lavorare sull’automazione: oggi le informazioni sono sparse tra varie banche dati che non si parlano. Un ‘contenitore unico’ permetterà di ottimizzare le risorse e concentrarle sugli aspetti operativi”.

 

 

Anche quando le “tute arancioni” della Protezione civile intervengono “al fronte”, tempestività ed efficacia dell’azione sono possibili grazie a questo lavoro “sotto la superficie” di preparazione e pianificazione. “L’intervento di accolta dei profughi dall’Ucraina all’ex Convento dei cappuccini a Lugano è un altro esempio: individuare il luogo, predisporlo, organizzare l’arrivo, la partenza e la permanenza delle persone, che seppur temporanea richiede di prendere in considerazione tutti quegli aspetti di quotidianità - da una lavatrice ai giochi per bambini all’informazione su come muoversi nel territorio - che si tende a dare per scontati”, ha illustrato il Comandante Facchini. “Complessivamente l’intervento ha registrato 230 giorni di impiego, 7 giorni su 7, 24 ore su 24, con la partecipazione di 155 militi per 2’194 giorni di servizio complessivi, cui se ne aggiungono 300 da parte dei professionisti della PCi Lugano Città”.

 

 

Sull’impegno nell’ambito della gestione dei rifugi ha portato la sua testimonianza dal campo Nevio Canepa, Istruttore / Addetto alla manutenzione PCi Lugano Città.

 

 

 

Il “manuale d’uso” della PCi

 

 

Proprio per favorire pianificazione e intervento, nonostante l’ampio impegno al fronte di quest’anno come dei precedenti la PCi è riuscita nel 2022 a portare a termine un altro importante lavoro “di fondo” con il completamento del catalogo delle prestazioni che i Consorzi possono offrire in tutte le regioni del Ticino, messo a punto con il Cantone (il documento è consultabile qui).

 

 

“Si tratta di uno strumento chiaro, sintetico e operativo che indica quali attività possiamo svolgere, come e per quanto tempo in tutti i settori di intervento: salvataggio, aiuto alla condotta, assistenza, protezione dei beni culturali e logistica. L’obiettivo di questo lavoro, avviato nel 2015, è stato definire e declinare nel concreto cosa significano ‘prontezza’, ‘capacità di intervento’ e ‘prestazione’ per un’organizzazione quale la nostra, traducendo così in termini pratici i compiti generici di protezione, assistenza e sostegno alla popolazione e agli altri enti di intervento che la legge ci affida”, ha spiegato il Comandante CPCiRLC Aldo Facchini.

 

 

“La finalità è soprattutto migliorare la reciproca conoscenza e il coordinamento con i partner di intervento, nonché la condotta all’interno della PCi, rendendo più efficiente ed efficace l’impiego delle risorse. È un modo per parlare tutti la stessa lingua. I nostri partner potranno così sapere chiaramente che, se serve, possiamo garantire l’illuminazione del luogo di un sinistro, e possiamo farlo con determinati mezzi, in un determinato tempo di messa in esercizio e per una determinata durata. O ancora cosa possiamo assicurare in termini di intervento in caso di macerie o inondazione, nell’allestimento di strutture funzionali alla gestione di crisi o all’assistenza delle persone coinvolte, nell’evacuazione, trasporto e stoccaggio di beni culturali, e molto altro”, ha indicato ancora il Comandante.

 

 

“Per arrivare al catalogo siamo partiti da un’analisi sistematica dei casi d’emergenza in cui la PCi è stata maggiormente coinvolta, delle aspettative dei partner e delle nostre possibilità e limiti di legge, per individuare in modo pratico obiettivi, compiti e relative conseguenze per il nostro lavoro. Non abbiamo comunque aspettato che il catalogo fosse definito in ogni dettaglio per iniziare ad ‘allinearci’ ad esso. Piuttosto il contrario: abbiamo iniziato da subito ad applicarlo nel concreto delle scelte in termini di istruzione, materiali e sistema d’allarme, per poi finalizzarlo in un documento che sarà distribuito a Comuni ed enti partner e che, anche per trasparenza, è a disposizione di tutti i cittadini sul sito del Cantone”.

 

 

 

Il 2022 della PCi Lugano Città in cifre

 

 

Nel 2022 militi, quadri e professionisti del Consorzio Protezione civile Regione Lugano Città hanno prestato complessivamente 9’435 giorni di servizio, per un totale di 2’220 partecipanti. Da segnalare, tra gli altri, gli interventi a sostegno anche del grande incendio nel Gambarogno e della siccità nel Mendrisiotto. Non si è raggiunto il picco del 2021, segnato dalla campagna di vaccinazione, ma - a confermare un anno comunque molto sollecitato - si è rimasti largamente sopra la media (7’600 giorni) del triennio 2018-2020.

 

 

Nell’ambito dell’istruzione la PCi Lugano Città si è concentrata in particolare sulla messa a disposizione dei propri istruttori per i corsi impartiti al Centro d’istruzione cantonale, per un totale di 190 giorni di servizio complessivi.

 

 

Non sono mancati numerosi e vari interventi di pubblica utilità a favore della comunità, con tra i 2’500 e i 3’000 giorni di servizio complessivi in attività che sono andate dalla cura del territorio all’ormai consueto sostegno a manifestazioni come Stralugano, Bike Emotions e Festa nazionale fino a quello, non pianificato, all’organizzazione dell’Ukraine Recovery Conference del 4 e 5 luglio a Lugano.

 

 

 

L’anno in arrivo e l’“Armageddon” in vista

 

 

La parola d’ordine per l’anno in arrivo della PCi Lugano Città è consolidamento. “L’obiettivo è migliorare e approfondire il nostro servizio a favore dei nostri partner: Comuni, altri enti di intervento - polizia, pompieri, servizi sanitari e servizi tecnici - e organizzatori di grandi manifestazioni”, ha osservato Christian Albeverio, sostituto Comandante / Capo dell’istruzione. “Prevediamo un volume di impiego intorno ai 7’900 giorni di servizio complessivi, incognite ed emergenze permettendo. Tra le altre cose è in programma il ritorno del campo estivo per persone anziane a Sommascona, che negli ultimi anni non abbiamo potuto offrire a causa della pandemia e dei suoi strascichi. Dedicheremo inoltre una particolare e rinnovata attenzione all’istruzione dei militi, ad esempio rafforzando i moduli di istruzione tematici. Soprattutto continueremo a prepararci in vista del 2025, che qualcuno ha definito l’'Armageddon' della Protezione civile: la - massiccia - riduzione degli effettivi diventerà realtà e dovremo dunque usare questi prossimi anni per capire quale sarà il nostro potenziale di intervento, ed evolverci di conseguenza. Ma non ci spaventiamo e non ci faremo trovare impreparati”.

 

Addetto Stampa

Creti Robin

 

Immagini

(sdt Pozzi Gioele)

Martedì 6 Dicembre 2022